Cuatro palabras

tango 1933
Musica: Luis Rubistein
Testo: Miguel Bucino

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Poteva andare peggio. Pare che oggi basti anche un solo SMS per spezzare le speranze di un amore. Difficile ballare questo tango senza ricordare di aver sentito da tempo quelle quattro ironiche, beffarde e sprezzanti parole. Il telefono già nel '33 era mediatore funesto. Se i modi non sono cambiati, non è cambiato nemmeno quello che l'animo sente, nel suo più profondo, in stuazioni simili. Rari i video per questo tango da poter mostrare. Segnalo solo per completezza gli ingessati ballerini Anastasia e Nicolás e Michelle e Murat . I primi, scolastici e prevedibili razzolano sul palcoscenico del Teatro Colón di Mar del Plata laddove i francesi offrono un esempio, poco riproducibile in milonga, di tango spettacolo su musica degli inizi dell'Epoca d'Oro del tango. Lascio al coraggio ed alla morbosa curiosità del navigatore avventurarsi in simili lidi.
Que te vaya bien
me dijiste colgándome el tubo
de tu telefon.
Que te vaya bien,
murmuré, mascullando entre dientes
una maldición.
Que te vaya bien
significa que nunca en la vida.
volverás a ser mia otra vez
cuatro palabras
que sintetizan mi amargura,
cuatro palabras
que me robaron tu ternura
pero sin embargo fuiste mala
porque yo te quise como a Dios
no solo te quise, aún te quiero
así mala y todo como sos.
Ti auguro ogni bene
mi dicesti riagganciando l'auricolare
del tuo telefono.
Ti auguro ogni bene
mormorai masticando tra i denti
una maledizione.
Ti auguro ogni bene
significa che mai nella vita
tornerai ad essere mia un'altra volta.
Quattro parole
che sintetizzano la mia amarezza,
quattro parole
che mi rubarono la tua tenerezza
però tuttavia fosti cattiva
perché ti ho amata come a Dio
non solo ti amai, ti amo ancora
così cattiva e tutta come sei.

Orquesta Tipica Adolfo Carabelli, canta "Charlo"
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