Diario, Revistas Señor

Tango: 1942
Musica: Enrique Rodríguez
Testo: Héctor Marcó al secolo Héctor Domingo Marcolongo

Questo tango non si balla. Non si balla non perché è un tango da ascoltare ma perché la storia che ci racconta è troppo triste. Normalmente itanghi narrano storie tristi: donne e uomini traditi, lasciati e abbandonati. Storie di prepotenti e boriosi che impongono la propria volonta, storie di nostalgie infinite per terre lontane. Storie di dolore straziante per amori perduti ma mai come questa, una storia di morte infantile. Quando la morte prende un bambino, per quanto bella possa essere la musica non si può ballare anche senza capirne il testo. Meglio fermarsi a riflettere su quell'attimo feroce ed ingiusto che ha tolto tutto ad una vita non ancora iniziata.

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Diarios, revistas... señor...
Así voceaba todos los días
Un canillita junto a mi esquina.
Quemar en soles, brillar en luna,
Silbar el viento, por sus mejillas.
Tenía diez años, diez años cortos
Y unos harapos por más abrigo,
Sin más amparo ni más amigos
Que una viejita que Dios le dio.

 

Y fue una tarde, lluviosa y triste
Que como tantas, el pan buscaba,
Una nenita pidió los chistes
Llamando al “Laucha” de una portada,
Y el pobrecito, por complacerla
Se largó ansioso, desde un tranvía,
Pero la muerte que lo quería
Entre sus ruedas se lo llevó.

 

Recitado:
Así se fue aquel “canilla”
Y otro dijo en su dolor:
“Lauchita remontó el vuelo
para vender en el cielo...

- Diarios, revistas... señor... – ”

Giornali, riviste... signore...
così gridava tutto il giorno
Uno strillone vicino al mio angolo.
Bruciare al sole, brillare alla luna,
Sibillare al vento, dei suoi zigomi.
Aveva dieci anni, dieci brevi anni
E uno straccio per cappotto
Senza più riparo ne più amici
Che una vecchietta di Dio gli diede.

 

E fu in un pomeriggio, piovoso e triste
che come tanti, il pane cercava,
Una ragazzina chiese per scherzo
Chiamando il "Laucha" (Topo) da un portale,
Ed il poveretto, per compiacerla
Si allungò ansioso,da un tram,
Però la morte che lo voleva
se lo prese tra le sue ruote.

 

Recitato:
Fu così che quello strillone
e qualcun altro disse nel suo dolore:
"Il topolino è salito in volo
per vendere in cielo...

-Giornali, riviste... signore...-"